Con il 2025 si conclude il primo quarto del ventunesimo secolo. Nei venticinque anni appena trascorsi tecnologia e globalizzazione
hanno forgiato un mondo nuovo, con regole nuove e con nuovi protagonisti.
In un quadro di riferimento come questo l’Italia si presenta appesantita dal fardello delle questioni irrisolte ereditate dal secolo
scorso e dalla perdita di competitività riferita ad ogni ambito economico e sociale.
Il Veneto, pur con i suoi molti primati, non è estraneo a questo processo di lento declino dell’economia e della società italiane.
Il 2025 coincide con l’avvio di una nuova legislatura regionale, 5 anni nel corso dei quali è indispensabile definire gli obiettivi che
si intenderanno perseguire assieme alle progettualità che impatteranno almeno nei prossimi 10 anni.
Si apre dunque una nuova fase politica, economica e sociale caratterizzata da paradigmi diversi da quelli che avevano ispirato la
politica veneta all’inizio di questo secolo.
Tutto è cambiato. Oggi per il Veneto sono più che mai indispensabili la collaborazione e l’integrazione. La prima si fonda sulla capacità
di confrontarsi e cooperare tanto con Roma, quanto con Bruxelles, la seconda su una visione macroregionale necessaria
per dare ruolo, funzione e competitività a un Nord industriale da cui dipende in larga misura il futuro dell’intero Paese.
Per ritrovare competitività e rimanere ancorati alle Grandi Catene Globali del Valore sono indispensabili innovazioni, tensione
ideale, coraggio, partecipazione e lungimiranza.
Senza questi presupposti la società faticherà a misurarsi con la crisi demografica, l’accesso alle tecnologie, il rinnovo delle energie
imprenditoriali e l’attrazione di nuove risorse umane, industriali e finanziarie.
La progettualità della nuova legislatura regionale e il migliore utilizzo a sostegno dello sviluppo dei fondi sociali di coesione del
settennato europeo 2028-2034, sono gli impegni che la società veneta è chiamata oggi ad affrontare.
È giunto il tempo delle scelte.